29 Aprile 2020 Tesi TFA Sostegno: meditazione e percezione del corpo nella didattica inclusiva

Il 29 aprile 2020 finalmente ho concluso, con una discussione online, il CORSO DI SPECIALIZZAZIONE PER LE ATTIVITÀ’ DI SOSTEGNO DIDATTICO AGLI ALUNNI CON DISABILITA’ (TFA) – PER LE SCUOLE SECONDARIE DI PRIMO GRADO, frequentato presso l’Università di Catania. 

Video: Meditazione e percezione del corpo nella didattica inclusiva

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SPECIALIZZATA SUL SOSTEGNO

RIASSUNTO DELLA MIA TESI: MEDITAZIONE E PERCEZIONE DEL CORPO NELLA DIDATTICA INCLUSIVA 

Il concetto di DISABILITA’ ha subito diverse revisioni negli anni passando da un modello medico, che puntava l’attenzione sul deficit, sulla menomazione, a un modello BIO-PSICO-SOCIALE.  Secondo la classificazione internazionale del funzionamento e della disabilità e della Salute ICF (2001) la Disabilità è la conseguenza o il risultato di una complessa relazione tra stato di salute del soggetto e contesto; il contesto è dato da fattori personali e fattori ambientali che possono essere facilitanti o ostacolanti per lo sviluppo della persona.

Ciò che la SCUOLA dovrebbe fare per i soggetti con disabilità trova la sua radice nell’ART.3 della Costituzione secondo cui Tutti i cittadini hanno pari dignità e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Quindi la scuola deve mettere al centro dell’azione didattica il concetto di PERSONA, anche in caso di alunni in condizione di disabilità e rimuovere tutti gli ostacoli che ne impediscono lo sviluppo. La persona va considerata in tutte le sue componenti: logico-razionale, affettivo-sociale ma anche percettivo-motoria. Infatti nel mio elaborato finale evidenzio come sia necessaria una strategia didattica che coinvolga maggiormente il CORPO.

Del resto Filosofi come J.-J. Rousseau, pedagogisti come Maria Montessori, psicologi come Jean Piaget e Bruner e movimenti come l’attivismo, il costruttivismo con la conferma delle neuroscienze, hanno ribadito come il corpo abbia un fondamentale potere di mediazione per realizzare l’apprendimento e non solo. Per gli alunni con disabilità in particolare, il corpo ed il movimento sono chiavi di accesso per lo sviluppo di IDENTITA’, AUTONOMIA, COMPETENZE, FUNZIONI GLOBALI E ABILITA’ OPERATIVE, e l’esperienza è un processo di facilitazione di altri apprendimenti (Sibilio).

Ma sebbene sulla carta tutto questo sembra assimilato, nella realtà le cose non stanno così. Durante il mio TIROCINIO, condotto in una classe terza in cui vi è una ragazza con paralisi celebrale infantile con tetraparesi distonica e disartria, i ragazzi stavano seduti per circa 5/6 ore al giorno, con brevi pause durante la ricreazione, in cui però dovevano rimanere confinati in aula; ed inoltre venivano a scuola con zaini pesantissimi con danno per la colonna vertebrale e alla salute. Questo è lo specchio di come ancora a scuola si dia più importanza all’aspetto intellettuale che quello corporeo e in questo modo la scuola diventa un contesto ostacolante per il pieno sviluppo della persona umana.

Quindi la grande sfida del sistema scolastico è trovare strategie didattiche che coinvolgano maggiormente il corpo. In tal senso penso che sarebbe utile volgere lo sguardo verso ORIENTE, dove il corpo è considerato sacro in quanto porta d’accesso per entrare in contatto con il proprio Sé più profondo e con l’infinito. In oriente infatti usano tecniche, come la meditazione statica e dinamica che utilizzano la senso-percezione, e che portate nelle scuole occidentali potrebbero dare un grande contributo; infatti nel momento in cui la mente è impegnata a percepire il corpo, il respiro, nella staticità o nel movimento, non può pensare al passato o al futuro e si immerge totalmente nel momento presente sviluppando le ABILITA’ COGNITIVE dell’attenzione, concentrazione, memorizzazione. Inoltre la meditazione favorisce l’INTUIZIONE di essere UNO CON TUTTO, in rete con tutti e con tutto il creato, sviluppando LE ABILITA’ PRO-SOCIALI, le COMPETENZE DI CITTADINANZA come il rispetto dell’altro  e dell’ambiente e della Natura; la valorizzazione delle differenze, dell’unicità, delle pluralità viene promossa anche da danze meditative in cerchio, come la Danza del Diamante, da me creata, sulla quale ho scritto un libro e per la quale sono stata ricevuta da Papa Francesco, in cui sentendosi come le facce di un diamante unico che prende la luce dall’alto e la manifesta all’esterno tramite esse, sviluppa il senso di appartenenza di cui parla Andrea Canevaro e di unione, nel rispetto delle pluralità, delle unicità, delle differenze delle persone, superando così le etichette, perché non si dovrebbe parlare in futuro più di BES ma di bisogni educativi PERSONALI.

La percezione alimentata in ORIENTE tramite la meditazione, è importante soprattutto per gli alunni con disabilità; in caso di DEFICIT SENSORIALI ad esempio è importante lavorare attivando le risorse residuali mediante i sensi vicarianti; nel caso di disabilità visiva, l’esperienza manipolativa e l’attivazione del canale tattile fanno percepire al cieco le forme e avere un’idea degli spazi.

Come inserire la meditazione a scuola? Si può fare dedicando in diverse parti della mattinata alla meditazione statica e dinamica oppure inserendola come materia così come sta facendo l’Inghilterra in 370 scuole.

Inoltre per un maggiore coinvolgimento del corpo a scuola per lo STUDIO DI DISCIPLINE, si dovrebbe fare una maggiore ricerca pedagogica condotta dai docenti con gli alunni portando per esempio lo studio in palestra, creando laboratori esperienziali, attività in aula dinamiche ed usando le nuove tecnologie. Ma occorre prevedere anche momenti di svago in movimento, contro lo stress della staticità, e attività extrascolastiche differenziate per sviluppare i talenti e le potenzialità di ognuno.

NEL MIO TIROCINIO ho potuto sperimentare quanto sostenuto nell’elaborato teorico in due UDA.

Infatti la classe terza era composta da 23 alunni compresa una ragazza con PCI in carrozzina; dal profilo dinamico funzionale, alla base del PEI, si evince che per l’area psicomotoria la ragazza ha motricità fine compromessa con conseguente difficoltà nella scrittura, nell’area neuro-psicologica i tempi di attenzione sono brevi, ma sostenuti da una grande forza di volontà, il quadro motorio le impedisce di acquisire le autonomie funzionali  e per l’area affettivo relazionale ha una bassa autostima, ma è molto socievole. Quindi nel PEI sono stati riportati gli obiettivi per aree, le metodologie usate sono state Reverse Role Tutoring, dove io spesso facevo la parte della sua allieva, brainstorming, peer tutoring, cooperative Learning e come mezzi la LIM, pc, tablet mappe concettuali e testi semplificati. Ma ho avuto l’occasione di sperimentare altre metodologie che utilizzassero il coinvolgimento del corpo per lo studio dell’inglese e lo sviluppo di tutte le potenzialità.

In un caso l’insegnante di inglese ha proposto lo studio del testo della canzone Holiday di Madonna e io ho creato una coreografia coinvolgendo anche l’alunna disabile in un’ottica inclusiva; per cui ha sviluppato, con gli altri, le competenze in lingua inglese cantando e danzando, quindi divertendosi.

Così pure un’altra UDA prevedeva lo studio di una danza meditativa detta DANZA DEL PRESENTE, che consisteva in una frase che invitava a vivere intensamente il momento presente formulata in italiano e in inglese, a cui venivano associati movimenti del corpo; ha permesso di sviluppare: abilità cognitive, l’attenzione per il significato della frase stessa ma anche per la concentrazione e la percezione richiesta per eseguire i movimenti; le abilità psicomotorie MIGLIORANDO LA COORDINAZIONE DEI MOVIMENTI E LA MOTRICITA’ FINE, tanto che l’alunna la lezione dopo ha scritto molto meglio, rispettando il rigo e con carattere piccolo; ed ha anche migliorato le competenze di lingua inglese e le abilità pro-sociali.   Partendo dal presupposto che le attività che coinvolgono il corpo hanno un impatto nella plasticità cerebrale nel mio E-BOOK ho riportato il video Tutorial realizzato con l’aiuto delle alunne sulla danza del Presente e varie applicazioni per lo studio della struttura del neurone e l’anatomia del cervello come la mappa concettuale con Mindomo e diversi giochi creati con LearnigApp, la visione tridimensionale del corpo umano con ZygoteBody e i verbi irregolari in inglese con il Quiz online Kahoot.  CONCLUDENDO penso che per un maggiore coinvolgimento del corpo nella didattica sarebbe necessaria una ricerca pedagogica sperimentale dei docenti con gli alunni in palestra o attraverso laboratori e attività in aula ed uno sguardo ad Oriente che attraverso tecniche come meditazione sviluppa la senso-percezione fondamentale per la nascita di una NUOVA CONSAPEVOLEZZA che faccia passare dal COSA al COME, DAL CONOSCERE al SAPER FARE E DAL SAPER FARE ALL’ESSERE CONSAPEVOLE migliorando non solo la qualità dell’apprendimento, ma anche la qualità della Vita degli alunni, in linea con concetto che il PEI non può essere limitato al contesto scolastico ma va incastonato nel progetto di vita degli alunni con disabilità, favorendo il pieno sviluppo della persona.

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